Resilienza!
Tra tutte la resilienza, è probabilmente la caratteristica più importante in fotografia.
Il termine è di uso psicologico e ingegneristico, ma negli ultimi anni è usato anche nel linguaggio quotidiano. La resilienza è la capacità di far fronte alle avversità ed uscirne rafforzati. Semplificando: usare un cacciavite rotto e portare a termine il lavoro, imparando a lavorare anche con un un cacciavite rotto.
Al fotografo può succedere di far fronte ad imprevisti. Infatti, sopratutto i professionisti hanno un backup di tutto e sono quelli che devono avere la maggior resilienza. Infatti consegnare un lavoro fatto come da richiesta e nel tempo stabilito li porta a fare i conti con gli imprevisti.
Un esempio di questo è quello che è successo a Emanuele Ferrari, quando al suo primo lavoro importante su un set a bordo piscina si sono bruciati tutti i faretti per un corto circuito. Ha usato il flash montato sulla macchina fotografica e lo ha usato per fare delle foto alle modelle in costume simulando una festa in piscina, dando alle foto quell’aspetto amatoriale, facendole sembrare vere foto scattate ad una festa. La spiegazione del suo lavoro e di questo aneddoto la trovate qui.
Ma tra tutti i generi, quello che più mi fa venire in mente la capacità di adattarsi è, probabilmente, il foto reportage nelle zone di guerra. Lì non ci sono scuse. Non esistono momenti della giornata sbagliati, soggetti non in posa, illuminazione da provare, tempo per riprovare lo scatto. Se succede qualcosa in un luogo buio e abbiamo il flash scarico, la foto DEVE essere fatta lo stesso. Le uniche cose su cui si può contare è la conoscenza della propria attrezzatura e dei suoi limiti (motivo per cui i professionisti difficilmente cambiano brand facilmente), una solida conoscenza della teoria della fotografia e tanta esperienza.
La foto che trovate qui sopra è quello che resta della Leica di Gabriele Micalizzi dopo l’esplosione di una granata. Gli ha salvato la vista e probabilmente la vita. La stava usando e il corpo macchina ha riparato gli occhi dalle schegge. La mano è rimasta ferita e quel rosso che si vede è il suo sangue. Questo per dare una vaga idea delle condizioni che ci sono quando si fa quel tipo di reportage.
Una interessante intervista a Micalizzi la trovate nel canale Youtube di Giulia Adami.
Pianificazione
Tutto prende una forma. Colpevolmente sto trascurando il progetto dell’agenda del fotografo per dare un assetto a tutta la mia comunicazione. Youtube procede spedito e sto anche lavorando ad una sezione notizie per Youtube dove seleziono le news più interessanti della settimana.
… intanto su Youtube siamo a 525!
Il signor Youtube mi ha anche informate di aver raggiunto le 30.000 visualizzazioni. Come si dice… Sono solo vanity metrics ma fanno comunque piacere.
Una cosa interessante che ho trovato.
Questo video del fotografo Jason Lanier è solo uno scelto tra i tanti. Trovo i suoi set illuminanti, perché danno molta importanza alla location e su come gestirla.
Cose che ho fatto.
Pentax, piccolo grande amore.
Prosegue il nuovo corso del podcast!